Come vivere relazioni autentiche

Prosegue con questo nuovo articolo la mia collaborazione con il settimanale

“La vita del popolo” per la rubrica “Stile di famiglia”.

13/01/2022 di Lucia Boranga da La vita del popolo

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  • Come vivere relazioni autentiche: Chi sei? Chi non sei? Ci sei?Una lavagna nera con disegnato un cuore rosso spezzato in due e la scritta bianca game over

  • Credo che a scuola si studino ancora i tre stati della materia: solido, liquido e gassoso e mi pare che questa distinzione possa essere applicata anche alla personalità di chi diventa adulto: si può essere persone solide, oppure così liquide da risultare… gassose. Nelle relazioni si leggono le conseguenze. Essere solidi non significa essere rigidi. Significa saper evolvere, avendo però dei riferimenti valoriali ed essendo a sua volta dei punti di riferimento per le persone che si aspettano non perfezione ma affidabilità. Chi sei? Chi non sei? Ci sei? Domande cruciali, risposte autentiche. Le persone adulte liquide prendono sempre una forma diversa, a seconda del contenitore-contesto in cui si inseriscono.
  • Come vivere relazioni autentiche e ghosting

    Una giovane donna se ne sta andando lasciando sullo sfondo il suo uomo affranto, seduto con le mani sulla fronte

     

  • Così i liquidi sono spesso in buona fede ma feriscono gli altri, soprattutto i figli, perché ciò che sono e promettono, lo sono per poco tempo, finché se la sentono, finché non c’è da prendere una decisione forte, finché non serve affrontare la paura del giudizio degli altri, finché il sentimento soffia a favore. E poi le personalità gassose cioè evanescenti, quelle a cui piacerebbe essere in un certo modo per cui . Quelle che raccontano a sé e al mondo che loro sono proprio così o lo sarebbero state se avessero avuto le opportunità giuste. Quelle autocentrate sull’emozionale mi piace o non piace, cioè mi servi o non mi servi, come criterio per coinvolgere nella propria vita qualcuno e parimenti per disfarsene. Il secondo e a maggior ragione il terzo tipo di adulto possono contare su un moderno modo di banalizzare e umiliare le relazioni così detto ghosting: lo sparire come un fantasma, di fatto la violenza psicologica preferita di questa nostra epoca, che la pandemia ha quasi legittimato. Sì, sono sempre esistite le persone che ad un certo punto fingono di non vederti e si girano dall’altra parte o quelle che escono per comprare le sigarette senza fare più ritorno. Ghosting significa sparire improvvisamente, avendo finto fino all’ultimo che tutto fosse ok, smettendo di rispondere a chiamate, messaggi, mail: una terribile e codarda tattica passivo-aggressiva applicabile ad ogni relazione sentimentale, amicale, professionale, anche familiare e apparentemente molto intima.
  • Come vivere relazioni autentiche e zombieing

    Un gruppo di giovani amici ognuno col suo smartphone

  • Negarsi senza spiegarsi è sempre stato possibile, ma quando non si avverte più la differenza tra chattare e vedersi, parlarsi, toccarsi, è chiaro che la comunicazione online rende molto più semplice non assumersi la responsabilità di ciò che si fa: basta chiudere il pc o spegnere lo smartphone. Ci sono anche persone convinte che si possa vivere una relazione profonda sempre e solo in videochiamata, oppure persone che paccano all’ultimo minuto ogni promessa e appuntamento. C’è infine chi torna improvvisamente come se niente fosse accaduto facendo zombieing, cioè devastando ulteriormente una relazione ferita, avendo la presunzione che tutti siano rimasti lì ad aspettare il ripensamento dell’eroe. Pare che l’80% dei giovani sotto i 33 anni abbia subìto almeno un’esperienza di ghosting, cioè sia stato abbandonato senza possibilità di replica da qualcuno che fino al momento precedente affermava tra un cuoricino e l’altro di essere l’amico o l’amore della vita. Che la tecnologia non ci renda involuti e depotenziati ma più competenti e felici non è una fatalità ma una scelta, facciamola.
  • Come vivere relazioni autentiche

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