Violenza di genere, empatia e narcisismo

Prosegue con questo nuovo articolo la mia collaborazione con il settimanale

“La vita del popolo” per la rubrica “Stile di famiglia”.

11/12/2023 di Lucia Boranga da La vita del popolo

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  • Violenza di genere, empatia e narcisismo

    Due teste come due sfere rosa e blu si scontrano e si distruggono

  • Sempre più, almeno dopo le tragedie, si parla di prevenzione attraverso l’educazione, trattandosi di situazioni che provengono da voragini emotive, valoriali, relazionali create da assenze ed incompetenze e non da “colpi di matto”. Il problema, macroscopico, riguarda ogni agenzia educativa e comunicativa (famiglia, scuola, sport, associazioni, media…) ed è la mancanza di capacità educative, dirette e trasversali, nell’attuale generazione adulta. E non tiriamo fuori gli educatori di una volta perché “una volta” non c’è più.

  • Violenza di genere, empatia e narcisismo

    Azzurro principe in Shrek con un sorriso di plastica porge la mano alla principessa Fiona

  • A casa, si accudiscono bambini e bamboccioni ma non si educa… ma si può “stirare una camicia e cucinare una cotoletta” ma non reagire se un figlio “dorme col peluche e minaccia il suicidio” semplicemente perché è stato mollato? A scuola, si può costruire un buon progetto educativo se poi chi lo deve realizzare non è persona di solida sostanza per gli studenti? Si può avere adulti che strillano in continuazione ma non ottengono nulla, mancando loro la cognizione di base “se il vigile non mettesse qualche multa ben pochi rispetterebbero i segnali stradali”? È possibile comprendere che al di là delle lezioni formali dove siamo tutti bravini, servono la persona, il tempo, la relazione perché nessuno può accompagnare verso mete che non ha già vissuto e realizzato, né coscientizzare oltre la propria coscienza? Possiamo ammettere che smartphone e devices fanno comodo al formatore demotivato e al genitore distratto, in particolare sostituendo la vicinanza vera del “Ho visto che qualcosa non va, non mi muovo da qui e ti ascolto” col patetico controllo delle spunte più o meno blu?
  • Violenza di genere, empatia e narcisismo

    Un bambino picchia la sorellina

  • Piste su cui lavorare: formare gli educatori, perfino certi “esperti”. E avere tutti occhio attento e talvolta lungimirante su: volere tutto e subito senza alcuna fatica (mancanza di motivazione e di resilienza); volere tutto come e più degli altri sabotando questi altri (invidia e social-rivalità); mancata esperienza di sana frustrazione in educazioni senza regole (ipo-paterno) e con troppo accudimento (iper-materno); no alla fusionalità prolungata (allattamento senza fine, lettone condiviso, taxisti per sempre…); no al mito della “coppia in simbiosi” cioè al prolungamento sul partner del legame primario e irrisolto con i propri genitori; no al mito tutto italiano del “bravo ragazzo” cioè del passivo-aggressivo che non rivela la rabbia che cova (esprimendola in modo appropriato); no al tutto dovuto in quanto maschio (patriarcato e gender gap); no al senso di colpa della ragazza “buona” che non è empatica se non porta pazienza, subisce e perdona; no agli audio-sos non riferiti immediatamente a chi deve proteggere; no al narcisismo, overt e covert, sbruffone o cucciolone, quando è ancora un fiammifero senza mai più attendere l’incendio.

  • Violenza di genere, empatia e narcisismo

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