Come disintossicare i figli dallo smartphone? È innegabile che troppi ragazzi facciano uso eccessivo di tecnologia, avendo letteralmente sostituito il ciuccio (e le sue profonde implicazioni) con il tablet o lo smartphone.
Immersi nello smartphone, estraniati dal mondo, disconnessi da relazioni autentiche, incapaci di organizzare il loro tempo perché gestiti dalla tecnologia, distratti dal piacere di imparare e dal dovere di studiare, impediti a livello pratico e fisico tranne che per fare sport agonistico, con disturbi d’ansia e di sonno, senza quelle emozioni di mancanza che spingono a porsi obiettivi e ad attivarsi per raggiungerli.
Insomma come prevenire l’intossicazione digitale nei bambini? Come non essere dipendenti da whatsapp e qual è il significato di digital detox? Vediamo qui come disintossicare i figli dallo smartphone in 6 azioni:
Steve Jobs e famiglia ai tempi del “I miei figli non conoscono l’i-pad”
Esattamente come un genitore non darebbe la guida dell’auto al figlio minorenne…
non comprare nessuno strumento tecnologico e specialmente lo smartphone ad un bambino fino all’esame di terza media. A quel punto dai una bella festa per il diplomino e regalagli il suo primo cellulare, il cui valore sarà rapportato all’impegno scolastico dimostrato.
Steve Jobs, fondatore e amministratore delegato della Apple, al lancio del primo iPad rispose esattamente così al giornalista del New York Times che gli chiedeva cosa ne pensassero i suoi figli del nuovo dispositivo: “Non lo conoscono. Dobbiamo limitare l’uso della tecnologia dentro casa da parte dei nostri bambini”.
Cosa doveva dire di più? Era lì solo per vendere e per vendere avrebbe potuto mentire dicendo: “Ho voluto che sin da piccoli i miei figli avessero l’opportunità di conoscere e usare la tecnologia, sia per essere più competitivi da adulti, sia per condividere insieme in famiglia la mia grande passione”.
Ma non l’ha detto. Jobs sapeva che i danni superano i benefici e che se in età evolutiva si creano abitudini che rasentano la dipendenza, hai già impostato una personalità dipendente cioè predisposta a cadere, anche in età adulta, in altre dipendenze (affettive, da sostanze, da gioco d’azzardo…).
Riempi lo spazio con la relazione
Se il genitore è riuscito a tener botta fino alla festa del diplomino è perché:
Se hai perso le azioni 1 e 2 di prevenzione, non gettare la spugna e affronta il problema per risolverlo!
Se riesci a coscientizzare tuo figlio su come è messo e sulle conseguenze della sua dipendenza da smartphone (sì dipendenza), puoi insieme a lui preparare un piano perché raggiunga l’obiettivo di essere connesso in modo sano.
Per esempio tutti gli studi finora svolti, hanno segnalato forte correlazione tra uso di tecnologia/social e disturbi del sonno (quantità inadeguata, qualità scadente, sonnolenza diurna). A loro volta questi disturbi del sonno ampliano in modo esponenziale la vulnerabilità psichica individuale e la frequenza di incidenti mortali per colpi di sonno (su strada, sul lavoro e perfino domestici).
Ovviamente gli chiederai anche che cosa tu puoi fare (non comprare) per lui in più, in meglio o a volte anche in meno. E scegli sempre, per dialogare, una tempistica lontana dagli episodi conflittuali.
Inutile dire che se, dopo averle provate veramente tutte, non riesci con le buone e tuo figlio è minorenne e/o convivente, le regole vanno date e basta perché è lui che ha rinunciato a essere grande e decidere con te il da farsi. Non sarai mica un genitore-amico, vero?!
Il termine digital detox (oxford english dictionary, 2013) indica le strategie messe in atto per disintossicarsi dall’abuso di smartphone e tablet, riuscendo di conseguenza a concentrarsi maggiormente su se stessi e sulle relazioni nel mondo reale, ad abbassare i livelli di ansia e stress, ad acquisire una postura collo/schiena corretta.
La disintossicazione va fatta per gradi, attraverso piccoli obiettivi e con dei premi per ogni obiettivo stabilizzato, in questo modo:
Gratifica tuo figlio e dagli alternative, perché i figli adorano fare cose belle con i loro genitori, purché le cose siano belle e i genitori ci siano.
Ascoltalo ed insegnagli ad ascoltarsi. Non fare il duro o, al contrario, non supplicare!
Dagli l’esempio di cosa significhi restare concentrati sui propri obiettivi ed essere aperti alle relazioni costruttive.
La tecnologia non li rende più intelligenti e svegli
In conclusione non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma neppure di credere che il suo uso faccia i figli più intelligenti e svegli (ricordati dei figli di Steve Jobs).
Come spiega Maura Manca nel suo “Generazione hashtag” edito da Alpes Italia, la responsabilità della dipendenza e dell’uscirne non è dello smartphone o del figlio o dei suoi coetanei o dei nonni che gliel’hanno comprato, ma del genitore.
Non gettare la spugna! Se credi che tutto questo sia difficile per te significa che hai bisogno di un professionista che sappia aiutarti a comprendere per quali motivi profondi un ragazzo sia iperconnesso con la tecnologia, ma non connesso con i suoi genitori e con se stesso.